DOM 17 NOVEMBRE – MARCO ANTONIO ROMANO a OdA con CULACCHI!

DOMENICA 17 novembre
Ass. OdA – corso Vanini, 25 – Taurisano – Seguici ➡️ (FacebookInstagram)


per INFO e PRENOTAZIONI scrivi su WHATSAPP NUMERO 3497108357


Apertura porte h. 20.00
Chiusura porte max ore 20.45!


riprendono le domeniche OdA all’insegna della condivisione, della bellezza e della
r-esistenza!
(Invita chi vuoi, aiutaci a diffondere)


Marco Antonio Romano in:
“CULACCHI – da Feisbuc ai giorni nostri”, one man show scritto, disadattato e non diretto dall’attore e regista.


Accompagnamento musicale a cura del M° Dario Cota.


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Si prega di confermare entro sabato 16 o al massimo domenica mattina.

Non mancate!


In occasione della pubblicazione dell’omonimo libro, edito da Vesepia, Marco Antonio Romano propone “CULACCHI – da Feisbuc ai giorni nostri”,one man show scritto, disadattato e non diretto dall’attore e regista.

Lo spettacolo, come il libro, è una selezione dei più riusciti e significativi post scritti dallo stesso attore sul noto social Feisbuc tra il 2017 e il 2022.

Ripercorrendo a ritroso nel tempo i post, dai più recenti a quelli più antichi, nel corso dello spettacolo l’autore propone i pezzi più accattivanti, interpretando brani comici, ironici, divertenti, in prosa e poesia, interagendo spesso col pubblico e concedendosi un approccio immediato e senza filtri con la platea.

Il racconto è quello di episodi di vita, vicende personali o riflessioni di carattere generale passate al fuoco della lente dell’ironia, narrate con stile letterario e linguaggi contaminati (dalle figure retoriche del linguaggio aulico all’interiezione dialettale salentina), a metà tra il realismo e il paradosso della finzione letteraria.

Due ore di sana comicità, a cui non mancano momenti di approfondimento serio e genuina riflessione.

L’accompagnamento musicale è affidato all’estro del m° Dario Cota alla tastiera.

Cos’è un culacchio

Il termine “culacchio” indica un gustoso raccontino, a metà fra il pettegolezzo e la notizia, fra il faceto e il perturbante, che i salentini usano scambiarsi in situazioni di confidenza.

L’immagine più caratteristica collegata a questo termine è quella dei nostri anziani di qualche decennio fa, quando ancora il televisore non era elettrodomestico diffuso e il racconto, la chiacchiera erano l’intrattenimento preferito e più alla portata.

Alle prese con lo scirocco nelle sere d’estate o davanti al braciere in quelle invernali dispensavano culacchi, storie, episodi recenti o di un tempo passato ma ancora vivi nella memoria, ai nipoti accoccolati ai loro piedi.

Qualcuno dice che il termine culacchio indicasse, in origine, la rimanenza di un mattone squadrato a misura dall’abile muratore di turno. Ma qui le etimologie divergono e si perdono nella notte dei tempi e assumono esse stesse il tono del culacchio.

Nel dubbio, a noi non resta che dare seguito all’opera, restare cantori di storie, storielle scherzose o massimi sistemi che siano. Insomma, fare del culacchio una filosofia di vita.


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